La seconda esperienza londinese di Antonio Conte sarà quindi un ciclo a lungo termine? Quello che il tecnico salentino non è riuscito ad aprire all’Inter e neppure alla Juve, dove è rimasto per soli tre anni. In entrambi i club il divorzio è avvenuto per divergenze di vedute proprio sui piani di rafforzamento a livello di mercato, anche se nell’intervista a ‘Sportweek’ Conte ha rivendicato l’importanza del proprio lavoro per aver rivalutato il capitale tecnico messogli a disposizione:
“Quando si dice che faccio spendere tanto sul mercato mi viene da ridere. Io ho sempre fatto guadagnare e non spendere. Spesso ho lavorato con giovani da formare o atleti da ricostruire. In carriera ho chiesto solo un giocatore che è stato pagato tanto: Lukaku, ma lo chiesi in base agli obiettivi che mi erano stati presentati. I dirigenti dell’Inter vennero a casa mia a dirmi che volevano abbattere l’egemonia della Juve e portare l’Inter sul tetto del mondo, sfruttando grandi disponibilità economiche”, dice Conte.
Spicca in particolare la frecciata ad alcuni fedelissimi della Juve: “A Torino ho avuto il piacere di lavorare con Barzagli, Bonucci e Chiellini, ma quando li avevo io, loro non avevano ancora vinto nulla. Io guadagno per quello che valgo, produco, costruisco e vinco. Il valore di un professionista è definito dai risultati che ottiene”.
“Anche a Milano ho lasciato un lavoro finito – spiega Antonio Conte -, dal punto di vista tecnico e anche finanziario. Chiesi un solo giocatore, Lukaku, che fu poi rivenduto a prezzo doppio, così come Hakimi Qui devo ricominciare daccapo ed entrare a stagione in corso non è mai semplice”.
Sportweek