Il calcio piange Mauro Bellugi. L’ex difensore che in carriera ha vestito le maglie di Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese, oltre che quella della Nazionale, è scomparso oggi all’età di 71 anni. L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, lo ricorda ai nostri microfoni: dal calcio che fu, al rapporto di Bellugi con l’Inter fino agli ultimi momenti, ma anche le iniziative del club nerazzurro nel derby di domenica. Le sue parole a Gazzetta Talk, il poadcast della Gazzetta dello Sport:
“È stata una scomparsa improvvisa perché lo avevamo sentito settimana scorsa, non si poteva prevedere un epilogo del genere. C’è tanta amarezza e dolore e non solo negli interisti ma in tutti quelli che amano il calcio e hanno potuto vedere le sue gesta con il Bologna, il Napoli e soprattutto con la Nazionale. Ricordo di un grande giocatore ma soprattutto di una persona che ha amato fino all’ultimo giorno il suo lavoro e che seguiva le sorti in questo caso dell’Inter anche nei momenti in cui era preso a combattere questa difficile malattia. Il ricordo oggi è da affidare ai valori che è riuscito a trasmettere negli anni in cui ha giocato. Difensore coraceo che aveva nella foga agonistica oltre che nella tecnica, le sue maggiori. Ma soprattutto la sua grandissima professionalità e grande attaccamento ai valori delle maglie che ha indossato”.
Marotta aggiunge: “Bellugi un personaggio di un calcio ormai lontano? Assolutamente sì, devo dire un calcio ormai romantico, legato al passato nel quale i giocatori erano bandiere perché lo spostamento da un club all’altro era meno frequente e l’attaccamento ai club era più facile. Lo stesso Bellugi pur avendo militato nel Bologna e nel Napoli, con tutto il rispetto, si sentiva molto interista per questo legame che si era creato con la proprietà. Era l’epoca del mecenatismo, di un calcio romantico per l’appunto, in cui le famiglie dell’epoca erano non solo proprietari delle squadre, ma erano legatissimi ai giocatori che ci militavano. Questi sentimenti e senso di appartenenza oggi sono difficili da trovare sia perché non ci sono più questo tipo di proprietà sia perché i giocatori cambiano più spesso squadra”.
RICORDI
DERBY
“Il derby ha un sapore particolare, lui ne ha fatti tanti. Il derby è una stracittadina, divide la città in due e per i giocatori in campo è come scendere in un’arena. Anche se domani è un derby senza pubblico e senza pubblico il gioco del calcio è pari allo zero. Manca un protagonista, però noi domani vogliamo giocare un derby non dimenticandolo e indosseremo la fascia del lutto, oltre ad osservare il minuto di silenzio concesso da Lega e Confederazione. Questo è il minimo da fare per il ricordo che ci ha lasciato”, conclude Marotta.
Gazzetta dello Sport