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Tardelli: “L’Inter è stata abbandonata da Simone Inzaghi”

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Intervenuto sulle colonne de La Stampa, Marco Tardelli, doppio ex del derby d’Italia, ha analizzato il momento dell’Inter in vista della sfida contro la Juve, in programma domani sera. L’ex centrocampista azzurro ha sottolineato come la squadra nerazzurra stia vivendo una fase complicata, anche a causa dell’addio a sorpresa di Simone Inzaghi. Ecco le sue parole:

“In modo inaspettato, i milanesi sono stati lasciati soli dal loro allenatore, che ha scelto di andarsene lasciando il club in una situazione delicata. Beppe Marotta, però, ha avuto il coraggio di voltare subito pagina, affidando la panchina a Cristian Chivu, un tecnico giovane ma che ora ha davanti a sé un’occasione unica nella carriera”.

Tardelli ha poi commentato il rendimento dell’Inter sotto la guida del tecnico rumeno:

“Il debutto era stato promettente, con un netto 5-0 ai danni di un Torino mai davvero in partita. Tuttavia, la sconfitta contro l’Udinese ha rappresentato un campanello d’allarme. Chivu non può permettersi ulteriori passi falsi: un altro scivolone complicherebbe la sua posizione. Mi sembra che l’Inter stia pagando anche una condizione fisica non ottimale di alcuni uomini chiave, come si è visto anche nelle recenti gare della Nazionale”.

Sabatini: “Su Chivu viene raccontata una storiella, ecco perché”

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Nel corso di un intervento sul suo canale YouTube, Sandro Sabatini ha espresso alcune considerazioni sulla sfida tra Juve e Inter, in programma oggi alle 18. Secondo lui, la partita avrà un peso maggiore per i nerazzurri:

“Una riflessione è d’obbligo: mi chiedono per chi sia più importante questo scontro diretto. La mia risposta è chiara: per l’Inter. La Juventus ha sei punti, frutto di due vittorie, magari non entusiasmanti ma comunque efficaci. L’Inter, invece, arriva da una grande prova contro il Torino seguita però da una brutta battuta d’arresto con l’Udinese. La pausa ha inciso: i bianconeri l’hanno vissuta con relativa tranquillità, mentre in casa Inter si è respirata una certa tensione. Per questo penso che l’Inter si accontenterebbe anche di un pareggio, così come la Juve. Ma, guardando la classifica, è chiaro che sarebbe un match più determinante per i nerazzurri: andare a -6 sarebbe un bel problema”.

Sabatini ha poi risposto a una domanda sul futuro di Cristian Chivu, tecnico dell’Inter, allontanando con decisione l’ipotesi di un esonero imminente:

“In linea generale, ogni allenatore è a rischio se non arrivano i risultati. Ma nel caso specifico, direi di no: anche in caso di sconfitta a Torino, non ci sarebbero scossoni nell’immediato. Chivu sta lavorando con i giocatori che gli sono stati messi a disposizione, molti dei quali giovani e da valorizzare. A me piace come tecnico: ha personalità e sa gestire questo processo di rinnovamento. Sucic mi convince molto, Luis Henrique meno; Dumfries ha un altro passo. Diouf ha buone qualità, ma voglio vederlo all’opera dal primo minuto. Chivu ha le carte in regola per affrontare questa sfida. E tutta questa storia dell’inesperienza… beh, mi sembra francamente una storiella”.

Lukaku: “A 32 anni posso ancora migliorare. Ho una palestra in casa, punto sempre più in alto”

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Romelu Lukaku, attaccante del Napoli ed ex Inter, si è raccontato in una recente intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, tracciando un bilancio della sua prima annata in maglia azzurra e tornando anche su momenti salienti del suo passato, come il famoso confronto con Zlatan Ibrahimovic:

“Avrei voluto fare di più. Quando hai grandi ambizioni non ti accontenti mai. Ho chiuso con 14 reti e 10 assist, numeri importanti ma non eccezionali. Io cerco costantemente di migliorarmi, di superare i miei limiti. La perfezione non esiste, ma bisogna provarci. Sono comunque soddisfatto perché la squadra ha raggiunto i suoi obiettivi”, ha dichiarato Lukaku, evidenziando l’equilibrio tra ambizione personale e spirito di gruppo.

L’attaccante belga, oggi 32enne, non ha dubbi sul fatto che l’età non sia un ostacolo alla crescita: “Certo che si può ancora progredire. Oggi abbiamo tutti gli strumenti per allenarci al meglio. Io, ad esempio, ho una palestra in casa. Se guardiamo a campioni come Messi, Ronaldo, Lewandowski o Ibrahimovic, è evidente che si può mantenere un alto livello anche dopo i trent’anni. Ma il mio punto di riferimento resta Benzema, che dopo i 32 anni ha vinto il Pallone d’Oro. Conta la mentalità. Lo dice anche LeBron James”.