Intercettazioni Malagò: “I presidenti della A dei veri delinquenti. Colpevoli anche i nostri amici, Juve e Roma”

Non è bastato l’arresto del procuratore capo dell’AIA Rosario D’Onofrio. Il calcio italiano perde acqua ovunque, questa volta tocca al Coni e al suo presidente Giovanni Malagò. Una vera e propria bufera. Malagò, durante un’intercettazione da parte della Procura di Milano nell’inchiesta di una tangente pagata per l’assegnazione dei diritti televisivi, ha chiamato i presidente della Serie Averi delinquenti‘. La Procura ha chiesto l’archiviazione del caso, ma una simile telefonata non passerà sicuramente inosservata e da lì potrebbe aprirsi un caso tra la Figc e la Lega Calcio. Durante le telefonate tra Andrea Zappia, manager di Sky, e lo stesso Malagò si discute di Gaetano Miccichè, eletto presidente della Lega nel 2018, e dei verbali manomessi del presidente del Coni.

La telefonata riportata da La Repubblica: “Trovo ridicolo dopo che tu stesso hai cercato di dare ordine a questi trasandati”, dice Zappia. “Ed è quello che mi stanno rinfacciando: uno statuto, avevo trovato pure una persona qualificata, però questi sono dei veri delinquenti”, risponde il presidente del Coni. Malagò dice nella telefonata che la denuncia è partita da Enrico Preziosi, all’epoca presidente del Genoa. Però entrambi sono sicuri che dietro c’è la mano di Claudio Lotito, presidente della Lazio: “E’ assurdo che questo personaggio abbia un business piccolo, un personaggio che sopravvive solo grazie al calcio. Le sue aziende sono in piedi grazie al calcio”, attacca il manager di Sky. Malagò risponde a Zappia: “Senza dubbio, e aggiungo che sono colpevoli anche i nostri amici, Juve e Roma. Colpevoli quanto Lotito”.

Poi il colpo di scena: “Per un motivo o un altro loro hanno smesso di lottare diventando complici di quello che sta facendo Lotito. Se il campionato non fosse una competizione di diritto privato, questi finivano tutti in galera perché sei anni fa li trovarono con le mani nella marmellata, erano colpevoli di corruzione. Invece sono liberi e si godono i soldi, se li regalano tra di loro e li portano in Svizzera”, conclude.

La Repubblica

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