Lo Monaco difende la Juve: “Un colpo al nostro calcio. Con Inter e Milan non è mai successo nulla”

“Lo Monaco chi? Di Tibet? Io conosco Monaco di Tibet, Monaco Monte Carlo, Bayern Monaco, Gran Premio di Monaco. Se c’è qualche altro Monaco che vuole essere conosciuto parlando di me, mi deve pagare”, questa fu una delle risposte più epiche di José Mourinho, ai tempi dell’Inter, a Pietro Lo Monaco, ex dirigente del Catania.

Quest’ultimo ha preso le difese della Juve, tra l’altro non capendo minimamente la differenza delle plusvalenze fatte dai bianconeri e quelle che si fanno sempre, buttandola in caciara come al solito succede in questo paese. Ognuno ha il diritto di esprimere quello che pensa, senza mischiare i fatti gravi con le plusvalenze legittime. La squadra non verrà condannata per le plusvalenze in per sé, ma per come si è mossa in modo del tutto sleale, infischiandosene delle regole. Ma quando Lo Monaco e tutti gli altri indignati convinti (o probabilmente in malafede) lo capiranno sarà sempre tardi. Queste le parole di Lo Monaco ai microfoni di Radio CRC:

“Le plusvalenze sono sempre esistite e la vicenda Juve è l’ennesimo colpo che stiamo dando al nostro calcio. Tutte le squadre fanno le plusvalenze, chi fittizie commettendo irregolarità, e invece per la Figc non è mai esistita un’irregolarità del genere. La Procura Federale ha assolto tutti i club coinvolti, tranne la Juve. Non si può fare il giustizialista di qualcosa che hanno accesso dalla Serie A fino alla Serie C. Se andate a vedere dall’inizio, Inter e Milan hanno fatto per prime queste cose e a loro non è mai successo niente. Se si vuole fare un calcio pulito bisogna mettere delle regole rigide, così come chi commette l’errore, paga come si deve. Se la Procura Federale si è mossa, dobbiamo fare certe regole sulle plusvalenze fittizie così butti fuori dal campionato chi sbaglia”.

Insomma, si fa fatica ad ammettere che la dirigenza bianconera ha commesso un grave illecito, con tanto di intercettazioni, e si continua con la solita storia ‘così fan tutti’. E’ un classico di questo paese che non cambierà mai, purtroppo.

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