Moggi si lamenta: “La Procura mi stalkera, non ho fatto niente”

Luciano Moggi si sente stalkerato dalla Procura della Figc dopo che quest’ultima ha aperto un’inchiesta nei suoi confronti dopo quella presenza a bordocampo durante la partita tra Napoli e Juve, partita valida per il campionato Primavera. Queste le parole dell’ex direttore generale bianconero, ormai radiato, ai microfoni di La Presse:
“La mia residenza è a Napoli, abito lì, ho sentito che c’era questo match tra Napoli e Juve a Cercola. Sono andato insieme a due amici, che saranno i miei testimoni e li citerò, e siccome io non sono molto pratico del campo, ho chiesto all’inserviente se mi facesse passare a bordocampo così potevo incontrare il mio amico Gianluca Pessotto. Ci tenevo tanto perché è stato anche un mio giocatore. Quindi il procuratore federale Chinè non può dirmi cosa fare e se posso parlare con qualcuno, altrimenti diventa stalking. Anzi, mi sento stalkerato”.
Moggi si lamenta ancora: “Non puoi vietarmi pure di parlare con i miei cari. Non capisco perché Chinè all’inizio ha mandato uno dei suoi per parlare con Pessotto, quando poteva tranquillamente andare a Napoli e parlare con l’inserviente del campo. Sicuramente avrebbe avuto la spiegazione che gli ho dato io perché non ho fatto niente. Gravina gli dovrebbe far pagare le spese per aver mandato questa persona a Torino per parlare con Pessotto. Così il signor Chinè imparasse a comportarsi come si deve”.
Come sempre vittima, lui non fa mai nulla…

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