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Ed è ciò che aspettavano, tutti quanti

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Eccoci qua signore e signori! Finalmente il momento della vendetta: manita subìta, scudetto scucito dal petto e medagliette da secondi. Esattamente ciò che tutti aspettavano e non vedevano l’ora. Perché scriviamocelo chiaro, ogni tifoso ha le sue gioie, chi la gioia nel festeggiare le disfatte altrui e chi le gioie vere. Che sia chiaro, la finale dell’Inter del 31 maggio non è una sconfitta, è proprio una caduta dalle stelle, persino di faccia, perché il menefreghismo e l’arroganza sono stati puntiti nel giusto modo.

Ci hanno fatto e ci stanno facendo una testa enorme, di più non se ne può. Anzi, serve proprio chiudersi in una bolla. Liberi tutti. Liberi di ridere, di sfottere e di godere. Liberi di godere del nostro disastro calcistico, perché non vedevano l’ora delle facce sconfitte, degli sguardi persi nel vuoto e dei meme pronti in bozza da settimane. Non vedevano l’ora di leggere i titoloni dei giornali che passano dalla poesia all’autopsia della disfatta. Non si aspettava altro che vedere smontare, pezzo dopo pezzo, ogni certezza che si era costruita.

Forse tutto sfottò? Forse. Ma tanta cattiveria, tantissima. Cattiveria che con il calcio non ha niente a che fare, nemmeno con la rivalità. Con quella sensazione viscerale che supera ogni limite, i limiti della sportività. Sono come gli avvoltoi, tutti lì, con il becco puntato, perché senza l’Inter da odiare sono vuoti.

Peccato che la storia non si spezza con una sconfitta, neanche con una bruttissima sconfitta. Perché bisogna sempre ricordarsi che siamo dolore, con quel chiaro dolore in faccia. Siamo passione e rinascita, anche quando il cielo ci crolla addosso. Siamo l’Inter, e l’Inter non muore in una notte. Sappiatelo, tutti. Perché l’Inter fa rumore quando cade, da sconfitta, da ferita, fa sempre paura. Specialmente a coloro che godono con la cattiveria e la sconosciuta sportività.

Godete, sorridete dei vostri teatrini, ma ricordate specialmente una cosa: l’Inter torna sempre. Sempre.

Adani: “La gente con l’Inter è troppo severa, tra il dire e il fare c’è sempre dell’altro”

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Durante un intervento nella live Twitch, Daniele Adani prende le difese dell’Inter di Simone Inzaghi e del suo lavoro. Queste le sue parole:

“Io stimo molto lo staff di Simone perché conosco il loro modo di lavorare che è all’altezza. E’ vero che questa squadra ha la rosa per vincere lo scudetto e per arrivare fino in fondo in tutte le competizioni, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo sempre altro. Mi viene in mente la partita di San Siro contro il Bologna, dove i rossoblù fanno una prestazione compatta e offensiva, ci sta che tu Inter faccia una battuta d’arresto”.

Adani aggiunge: “Non dimentichiamo che in questa Inter ci sono tante cose belle. Quando si giudica la squadra di Simone Inzaghi lo si fa sempre partendo da un pregiudizio, ma bisogna prima guardare i risultati. Quando criticate l’Inter dovreste farlo con più equilibrio”.

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Tacchinardi: “Ha ragione Gasperini, Massa ha fatto il fenomeno”

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Dopo la vittoria dell’Inter contro l’Atalanta, negli studi di Mediaset c’è stata una discussione tra Alessio Tacchinardi e Fabrizio Biasin. L’ex giocatore juventino non è d’accordo con l’espulsione di Ederson:

“Arbitro permalosetto senza dubbio. Sono d’accordo con Gasperini perché Davide Massa ha fatto un po’ il fenomeno in quella partita. Lui deve capire anche il momento delle partita, invece niente”.

Invece Basin non è d’accordo con Tacchinardi e risponde così: “Che strano però, perché Gasperini doveva restare al suo posto e non l’ha fatto. Se sono l’unico che non è d’accordo con voi ne vado veramente orgoglioso. Ricordo a tutti che Gian Piero Gasperini nella sua carriera ha avuto ben 70 espulsioni. Direi un po’ tante, poi vedete voi. Però bisogna capirlo perché gioca con l’Inter anche se ti manda a quel paese?”.

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